Pos senza partita IVA, la legge chiarisce se puoi averlo o meno: è questa la differenza

È possibile avere un pos senza partita IVA o è necessario avere un’attività commerciale? La legge a riguardo parla chiaro e chiarisce ogni dubbio a riguardo.

Le difficoltà economiche vissute da molte persone spingono diversi italiani a trovare nuove modalità per incrementare i propri guadagni, a volte perché si perde il proprio lavoro e non si riesce a trovarne un altro in tempi brevi, a volte per arrotondare. È proprio per questo che si può decidere di attività in proprio e si attende prima di aprire la partita IVA, non solo perché non si raggiunge il limite noto dei 5 mila euro annui, ma anche perché si preferisce attendere per capire come andrà e decidere successivamente se valga la pena proseguire.

Anche in questi casi c’è però chi può ritenere utile dotarsi di un POS, in modo tale da consentire ai propri clienti di pagare anche se non si è in possesso del contante. Si tende a pensare che questo strumento possa essere però posseduto solo da chi ha un’attività commerciale, e quindi partita IVA, ma è davvero così?

Pos senza partita IVA: è davvero possibile

Il POS è uno strumento davvero utilissimo, soprattutto per i clienti. Non sempre infatti abbiamo con noi il contante necessario, proprio per questo potremmo essere in difficoltà nel pagare un servizio di cui abbiamo usufruito. Se questo è presente nel negozio, invece, è possibile agire e utilizzare il proprio bancomat.

I commercianti, però, non sempre guardano con favore a questa possibilità, spaventati dalle commissioni che devono sostenere soprattutto se l’importo è basso. Nonostante questo, ci sono delle eccezioni: c’è chi infatti vorrebbe dotarsi di questo dispositivo pur essendo senza partita IVA, in modo tale da concedere una possibilità in più a chi si rivolge a chi gestisce una determinata attività.

Ogni dubbio a riguardo viene chiarito dalla legge. Non ci sono divieti particolari nel ricevere pagamenti pur senza essere in possesso di partita IVA, c’è solo una differenza fondamentale da tenere presente. Chi non ce l’ha riceve i fondi sul proprio conto corrente personale, mentre chi è dotato di questo regime è obbligato ad accettare i pagamenti elettronici e riceve i fondi sul conto corrente associato.

Anche un privato sarà quindi tenuto a saldare quanto previsto per le transazioni secondo ill fornitore del dispositivo POS e ha l’obbligo di emettere una ricevuta per la prestazione fornita. È quindi possibile scegliere quale sia il device più adatto alle proprie esigenze.

È un sistema davvero vantaggioso?

Insomma, almeno apparentemente dotarsi di un POS pur essendo senza partita IVA può essere vantaggioso. Si pensa infatti che predisporre una modalità aggiuntiva per i pagamenti possa spingere un maggior numero di clienti a rivolgersi a quell’attività, specialmente se nata da poco. Alcune persone, infatti, non riescono a pensare di non utilizzare la carta di credito o il bancomat, anche per piccole cifre, proprio per questo si potrebbe essere tentati di rinunciare a un servizio se questa opportunità non viene concessa.

Non si deve inoltre temere di andare incontro a frodi di alcun tipo. Questo genere di transazioni, oltre a essere tracciabili sono anche sicure. Il denaro che il gestore riceve finisce direttamente sul conto corrente senza dover fare niente. Ci si può ioltre sentire più tranquilli nel non doversi spostare senza un’eccessiva quantità di banconote nel portafoglio.

Chi non ha grande familiarità con la tecnologia può inoltre stare tranquillo, un POS è infatti semplice da utilizzare e da configurare. Ci sono inoltre delle società che non prevedono costi fissi né spese ricorrenti, si deve solo pagare una piccola commissione a transazione avvenuta.