Pensioni, dal 2024 per il contributivo cambia tutto: guida aggiornata sulle novità

Dal 2024 cambierà tutto per i lavoratori contributivi puri prossimi all’uscita dal lavoro. Nuovi requisiti per accedere alla pensione. 

Una riforma ufficiale e strutturale non c’è stata ma dal prossimo anno il mondo delle pensioni sarà rivoluzionato. Importanti novità anche per i cosiddetti “contributivi puri”.

Pensioni contributive nel 2024
Brutte notizie per i lavoratori contributivi puri- (Thefrontpage.it)

Il tema delle pensioni resta quello più scottanti. Con solo 20 miliardi di euro a disposizione per la manovra di Bilancio 2024, il Governo non ha potuto attuare una riforma delle pensioni strutturale volta a superare la legge Fornero una volta e per tutte. La legge Fornero, infatti, sarà con noi anche il prossimo anno e non si sa se e quando verrà davvero cancellata.

Nonostante ciò il 2024 si aprirà con tantissime novità sul fronte delle pensioni. Novità che, tuttavia, a differenza di quanto tutti ci aspettavano dalla coalizione di Centrodestra, non agevoleranno le uscite anticipate ma, al contrario, le renderanno un po’ più difficili. Un cambiamento importante riguarderà i lavoratori contributivi puri.

Come cambierà la pensione per i lavoratori contributivi

Teniamoci pronti ad un anno ricco di novità e cambiamenti sul fronte delle pensioni. Purtroppo molti lavoratori che speravano di ritirarsi nel 2024, resteranno delusi. Tra le categorie maggiormente penalizzate ci saranno i contributivi puri.

Pensioni, novità 2024
Contributivi puri penalizzati- (Thefrontpage.it)

Sono detti “contributivi puri” i lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi dopo il 1995, cioè dopo l’entrata in vigore della riforma Dini che ha segnato il passaggio dal sistema di calcolo retributivo al sistema di calcolo contributivo. Si tratta, insomma, di lavoratori la cui pensione verrà calcolata interamente con il sistema contributivo.

Fino al 31 dicembre, i lavoratori contributivi puri possono andare in pensione prima rispetto alla legge Fornero. Infatti ad un lavoratore contributivo basta aver raggiunto 64 anni di età e 20 anni di contributi per uscire dal lavoro ma ad una condizione: deve aver maturato un assegno previdenziale pari almeno a 2,8 volte l’importo dell’Assegno sociale.

Dal 2024 la situazione si complicherà in quanto i lavoratori contributivi puri, per continuare ad andare in pensione a soli 64 anni e con solo 20 anni di contributi, dovranno aver maturato un assegno molto più alto: l’assegno previdenziale, dal 2024, dovrà essere pari almeno a 3 volte l’importo dell’Assegno sociale. In caso di donne con un figlio il requisito resterà di 2,8 volte l’importo dell’Assegno sociale mentre in caso di donne con due o più figli il requisito scenderà a 2,6 volte l’importo dell’Assegno sociale.

In ogni caso dai 64 anni fino ai 67 anni- cioè il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia ordinaria- una persona non potrà mai ricevere una pensione superiore a 5 volte l’importo del trattamento minimo dell’Inps. Pertanto, dal prossimo anno, i contributivi puri subiranno una brutta stangata. Il Governo Meloni, del resto, ha puntualizzato che agevolare troppe uscite anticipate significherebbe mettere a rischio l’intero sistema economico del nostro Paese in questo momento.

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