Pensioni, annuncio ufficiale: partirà da gennaio 2024

Grande svolta per quanto riguarda le pensioni a partire da gennaio. I cambiamenti saranno tanti e importanti. 

Tenetevi pronti perché, a partire da gennaio 2024, arriveranno tantissime novità sul fronte previdenziale. Lo ha annunciato il Governo.

Aumenti delle pensioni
Pensioni 2024- (Thefrontpage.it)

Il 2023 è partito alla grande per i pensionati: rivalutazione all’8,1% per contrastare l’inflazione più un’altra rivalutazione appositamente dedicata agli assegni pari o inferiori a 563,74 euro, cioè il trattamento minimo dell’Inps. Così chi ha meno di 75 e percepiva la pensione minima, ha visto il suo assegno salire a 572 euro mentre per gli over 75 la pensione è arrivata fino a 600 euro.

L’anno si concluderà in maniera altrettanto positiva per i pensionati che, a dicembre, riceveranno un conguaglio il quale comporterà aumenti compresi tra i 57 euro e i 187 euro sulla pensione. Ma non è tutto: il Governo di Giorgia Meloni ha già annunciato importanti novità che arriveranno già a partire da gennaio 2024.

Pensioni: ecco cosa cambierà

Il 2024 si aprirà con grandi cambiamenti sia per i pensionati sia per è prossimo al pensionamento. Vediamo cosa cambierà con il nuovo anno.

Rivalutazione delle pensioni
Come cambieranno le pensioni nel 2024- (Thefrontpage.it)

L’Esecutivo ha già annunciato che nel 2024 ci sarà un’ulteriore rivalutazione delle pensioni che sarà pari al 5,4%. Questa percentuale, però, sarà applicata al 100% solo agli assegni fino a 4 volte l’importo del trattamento minimo dell’Inps. Tutte le altre pensione saranno sempre rivalutate ma secondo percentuali più basse.

Nello specifico le pensioni tra 4 e 5 volte il trattamento minimo dell’Inps saranno rivalutate dell’85%; le pensioni tra 5 e 6 volte il trattamento minimo saranno rivalutate del 53%; rivalutazione del 47% per gli assegni compresi tra 6 e 8 volte l’importo del trattamento minimo e del 37% per le pensioni tra 8 e 10 volte. Brutta stangata per le pensioni che superano di 10 volte l’importo del trattamento minimo che passeranno dal 32% al 22% di rivalutazione.

A questi cambiamenti che riguarderanno chi è già in pensione, se ne aggiunge verranno altri che si rivolgeranno, invece, a chi è prossimo all’uscita dal lavoro. In particolare, i lavoratori contributivi puri– cioè coloro che hanno iniziato a versare i contributi dopo il 1995- per poter continuare ad andare in pensione a 64 anni e con 20 anni di contributi, dal prossimo anno dovranno aver maturato un assegno previdenziale pari almeno a 3 volte l’importo dell’Assegno sociale. 

Chi, invece, opterà per Quota 103 potrà sempre andare in pensione a 62 anni e con 41 anni di contributi ma verrà penalizzato su due fronti. In primo luogo l’assegno previdenziale sarà calcolato interamente con il sistema di calcolo contributivo senza tenere conto delle quote retributive. In secondo luogo l’importo della pensione non potrà superare di 4 volte l’importo del trattamento minimo dell’Inps finché una persona non compirà 67 anni. Novità anche per quel che riguarda Opzione donna. L’età pensionabile per accedere alla pensione con questa misura passerà da 60 anni a 61. Gli anni di contributi, invece, resteranno sempre 35. Anche in questo caso l’assegno sarà ricalcolato interamente con il sistema contributivo.

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